...toscano finito... cenere andata a terra e persa.
parole scritte cercandomele dentro con le mani sporche.
Un altro piccolo vicolo da percorrere per questi campi
con questo desiderio di vedere dentro.
Forse è tempo sprecato e non ho nulla da trovare in me.
Non comprendo nemmeno che cosa getto nel vuoto
né che leggero sia il guerriero che porto fuori di me...
(Giancarlo Rossetti, 2013 e 2014)
Giancarlo ha frequentato la biblioteca di Valvasone per un bel po’ di tempo. Durante questi anni ha raccontato la sua vita avventurosa, piena di tante esperienze, persone e lavoro. La sua testa, oltre che “dura”, era veramente piena di tanto sapere. All’inizio, non conoscendolo, pensavo che ciò che dicesse fosse inventato e man mano che parlava nella stanzetta vicino alla mia scrivania, a sua insaputa, controllavo sul mio pc la veridicità o meno di tutte quelle nozioni …ho scoperto che sapeva veramente tanto e piuttosto di tutto.
Un’enciclopedia su due ruote, così lo definivo. Sempre pronto ad aiutare gli altri. Mi spiace tanto che tutto ciò che conosceva non sia stato usato per prendersi cura di sé. Non lo so, non mi permetto di dire nulla, anche perché lui rimane un mistero, era un po’ tutto e il contrario di tutto – come appariva di primo acchito, così non era conoscendolo. Un essere umano a tutto tondo, completo eppur incompleto, umano appunto. Aveva un suo posto qui in biblioteca, devo dire che ha anche spaventato qualche mamma con il suo aspetto cupo e il suo toscano in bocca, i bambini invece non erano spaventati, anzi, le volte che tornavano e non lo vedevano mi chiedevano di lui. Sì perché qui era il suo ufficio e nei momenti in cui non c’era gente, ascoltavo i suoi racconti impossibili per me, possibili per lui. E ogni volta che se ne andava, zaino in spalla, toscano e abiti neri mi faceva un po’ di tristezza. Mi spiace tanto che non ci sia più.
C’è
gente che viene qui in biblioteca e mi parla di lui e forse un po’ non
si
capacita: quell'uomo “strano”, solo, nero, in bicicletta che non si sa
cosa
faccia e dove viva ma che si dice sappia fare tante cose….
Chiara, dalla Biblioteca di Valvasone, 2017