Sono lacrima, sono pianto, sono lacrime a dirotto in caduta libera.
Sono torrente sui sassi delle vicissitudini.
Ne prendo forma per dimenticare le anse quiete della solitudine.
Sono torrente veloce e secco, lento e pieno di rabbia che erode
fianchi di montagne portandosi dietro ogni cosa della vita.
Passo nella gola stretta della vita sentendo troppo.
Tagliato in pezzi scendo verso valle di un'età con pensieri di lune e soli.
Sono torrente diventato fiume di troppe immagini e carezze perse.
Fiume di cose abbandonate e di scarti vissuti.
Fiume in scorrere terre fertili per il tempo di una barca di carta senza timone.
(Giancarlo Rossetti, nel 2017)